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Nelle segrete del Vaticano è nascosta una macchina del tempo?

E’ possibile vedere il passato? Secondo Padre Ernetti attraverso il Cronovisore sarebbe possibile, sfortunatamente il dispositivo non fu mai mostrato

Se vi dicessero che fosse possibile ritornare come spettatore a un momento preciso del passato, cosa sbircereste? Padre Ernetti, monaco benedettino, e famoso esorcista, grazie a un apparecchio di sua invenzione, affermò di aver assistito addirittura alla crocifissione di Gesù.
Nel 1972, il monaco rilasciò un’intervista a “La Domenica del Corriere” nella quale dichiarava di aver progettato e realizzato una sorta di macchina del tempo, battezzata successivamente “cronovisore”. L’apparecchio sarebbe stato realizzato tra Roma e Venezia, dove risiedeva, e a cui avrebbero collaborato ben dodici scienziati, scelti tra le personalità più brillanti di quel periodo, tra cui Enrico Fermi, celeberrimo fisico nucleare, Wernher von Braun, capostipite del programma spaziale americano e Agostino Gemelli, fondatore dell’università Cattolica di Milano.
Il progetto di Padre Ernetti era molto ambizioso, ma comunque basato su teorie scientifiche, in particolare sull’applicazione della teoria della relatività di Einstein. In pratica il concetto chiave a cui il monaco faceva riferimento sarebbe quello delle tracce energetiche che ogni corpo o evento lasciano dietro di sé, risultato del principio fisico di conservazione dell’energia, ovvero qualsiasi tipo di energia sebbene muti la sua forma, mantiene invariata la quantità totale. Il cronovisore, tramite principi e leggi che Padre Ernetti non specificò mai, si ricollega a quest’energia lasciata in circolo, che incanalata dall’apparecchio, viene espressa tramite immagini e suoni.
Questa fantomatica macchina di visione del passato non è mai stata presentata al pubblico, ma secondo le parole dell’ideatore era composta da una serie di trasduttori e antenne, che avevano il compito di intercettare tutte le possibili lunghezze d’onda di suoni e radiazioni elettromagnetiche; una parte mobile che si orientava per captare queste onde e infine dei dispositivi deputati alla registrazione delle immagini e dei suoni ricavati.
I primi esperimenti per testare il funzionamento del cronovisore, a detta di Padre Ernetti, furono indirizzati ad eventi abbastanza vicini nel tempo, come nel caso di un discorso di Mussolini agli italiani e successivamente il discorso di Napoleone, nel quale annunciava l’abolizione della Serenissima Repubblica di Venezia per proclamare la Repubblica Italiana. Ma il monaco benedettino si spinse più in là, decise di tornare indietro di due millenni, arrivando a visionare un discorso di Cicerone, la prima Catilinaria, tenuto davanti al Senato nel 63 a.C., e ancora prima assistendo alla rappresentazione, tenutasi nel 169 a.C., del Tieste, una tragedia del poeta latino Ennio che si riteneva definitivamente perduta, che in quell’occasione Padre Ernetti ebbe l’opportunità di trascrivere.
L’apice dello stupore arrivò quando il monaco affermò di aver assistito addirittura alla crocifissione di Gesù: tornando indietro fino ai tempi di Cristo, nei pressi del Golgota, dove sarebbe stato crocifisso, assistendo anche all’ultima cena e alla preghiera nel giardino degli ulivi e riuscendo a scattare una foto del viso di Gesù sulla croce.
Ad oggi non esiste alcuna prova dell’effettiva realizzazione del cronovisore e del suo funzionamento, all’infuori delle parole del suo autore. L’invenzione così come descritta avrebbe dell’incredibile, ma non è mai stato possibile visionarla o quanto meno visionare il progetto e inoltre alcune delle affermazioni di Padre Ernetti sono state messe più volte in dubbio e smentite anche da esperti nei vari settori. Ad esempio l’istantanea del volto di Cristo si è rivelata immediatamente un falso: sarebbe la foto di una scultura lignea del Cristo in croce che si trova nel Santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza, nei pressi di Todi, realizzata nel 1931 dallo scultore spagnolo Lorenzo Coullaut Valera.
Inoltre la trascrizione del Tieste di Ennio fatta da Ernetti in seguito alla visione della rappresentazione, non sarebbe attendibile, in quanto conterrebbe per la maggior parte del testo dei frammenti già in possesso dagli studiosi, che il monaco ben conosceva data la sua vastissima cultura classica. E ancora la latinista Katherine Owen Eldred sottolinea come le parti nuove, non contenute nei frammenti già noti, siano espresse con un linguaggio ben costruito ma posteriore alla tragedia di ben 250 anni.
Perché Padre Ernetti avrebbe mentito sulla veridicità di queste prove da lui apportate? Qual era il suo scopo?
Il monaco morì nel 1994 portando con sé la verità sul cronovisore; ma nel 2002 Padre Brune, amico di Ernetti pubblicò un libro “Il nuovo mistero del Vaticano”, nel quale raccolse tutte le confidenze di quest’ultimo. L’amico gli avrebbe rivelato che in seguito al clamore suscitato e alle critiche ricevute il Vaticano avrebbe sospeso tutti i finanziamenti e avrebbe costretto Ernetti a smontare l’apparecchio, nascondendolo in una delle tante sale sotterranee nello stato del Vaticano. Ma Brune rincara la dose: affermò che, sempre a detta di Ernetti, il cronovisore fu realizzato grazie all’aiuto di molte personalità illustri che avrebbero poi ottenuto il Nobel per i loro studi e che le personalità più potenti del panorama nazionale e internazionale avrebbero visionato l’apparecchio e apprezzato il suo potenziale, come ad esempio l’allora presidente della repubblica, il ministro dell’istruzione, il papa Pio XII in persona e alcuni membri dell’Accademia pontificia. Comprendendo quindi i rischi e i pericoli che questa macchina, cadendo nelle mani sbagliate avrebbe potuto creare, si preferì mettere a tacere tutto e dissembrarla.
Ma a che scopo il Vaticano avrebbe finanziato un progetto del genere per poi interrompere tutti gli studi e gli esperimenti? Perché Padre Ernetti avrebbe mentito, gettando discredito sul suo lavoro e sulla sua serietà?
Poco dopo la morte di Padre Ernetti, venne resa pubblica una lettera nella quale, un presunto nipote del monaco, sosteneva di avere colto le parole dello zio sul letto di morte, nelle quali confessava di non aver mai costruito il cronovisore e di aver inventato tutto. A che pro imbastire questa storia? È autentica questa lettera? Che ruolo ha avuto la Chiesa in questa vicenda che ha dell’incredibile ma che ancora oggi resta poco chiara e piena di falle?

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