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HAARP il progetto nell’occhio del ciclone

Cambiamenti climatici violenti e inaspettati, terremoti, maremoti sono davvero causati dalle antenne del progetto HAARP?

Ultimamente, con la diffusione del web, si è notato un aumento esponenziale delle teorie del complotto che vedono dietro ogni foglia che si muove un potenziale complotto ordito da forze potenti e malvagie che sono pronte a tutto pur di affermare il proprio controllo praticamente su tutto. Una fra queste è quella che vede nell’occhio del ciclone l’HAARP e il suo potenziale distruttivo. Mi spiego meglio: il progetto HAARP (High-Frequency Active Auroral Research Program) è un progetto del Dipartimento della Difesa Statunitense, coordinato dalla Marina e dall’Aviazione.

L’installazione si trova in Alaska, nei pressi di Gakona, in una ex base della United States Air Force. Qui nel 1993 sono stati installati 180 piloni d’alluminio alti 23 metri, su ognuno dei quali si trovano una coppia di antenne per la banda bassa ed una per la banda alta, in grado di trasmettere onde ad alta frequenza. Si occupa in primo luogo di studiare le proprietà della ionosfera per poter migliorare i sistemi di posizionamento e di comunicazione civili e militari.

L’impianto è in grado di inviare onde radio nella ionosfera che la colpiscono e la riscaldano causando delle perturbazioni di lieve entità, simili a quelle provocate dalla radiazione solare. Fondamentalmente ciò serve a studiare in che modo le perturbazioni influiscono sulle comunicazioni a breve e a lunga distanza. Inoltre le ricerche riguardano anche le comunicazioni con i sottomarini.

Spesso passa in secondo piano il reale utilizzo di queste apparecchiature in favore di teorie secondo le quali il progetto HAARP è destinato a ben altri scopi come quello di causare scompensi climatici che possono dare vita a terremoti, maremoti, uragani, fino ad arrivare alle teorie complottistiche più estreme per cui queste giganti antenne possono servire ad un ipotetico controllo mentale.

Il tutto nasce dagli studi di Bernard J. Eastlund, brillante fisico del MIT (MASSACHUSETTS INSTITUTE OF TECHNOLOGY) che, ispirandosi alle scoperte di Nikola Tesla, registrò negli anni 70 il brevetto denominato “Metodo ed attrezzatura per modificare una regione dell’atmosfera, magnetosfera e ionosfera terrestre”, a cui ne fece seguire altri undici. In uno di questi era descritta la proprietà riflessiva della ionosfera che tratta, in parole semplici, della possibilità, tramite l’utilizzo di apparecchiature a onde corte, di spingere parti della ionosfera a quote più alte, creando una sorta di “lente”, un rigonfiamento altamente riflettente, in grado di convogliare i raggi sulla terra con poteri davvero enormi, in grado di abbattere addirittura missili o aerei. Inoltre queste invenzioni, se applicate correttamente e con le strumentazioni adeguate (e incredibilmente potenti, che attualmente non esistono, almeno ufficialmente) renderebbero possibile la manipolazione del clima.

Ma sfortunatamente tutti i brevetti di Eastlund vennero dapprima posti sotto un ordine di massima segretezza da enti governativi, per poi passare alla E-Systems, una delle maggiori fornitrici di tecnologie avanzate per i servizi segreti di molte potenze mondiali. In ogni caso i brevetti di Eastlund erano abbastanza scarni e comunque si riferivano a densità di potenza almeno 100 mila volte maggiori di quelle prodotte dall’HAARP. Possiamo soltanto supporre che questi studi siano stati usati negli anni 90 per gettare le basi del progetto, con lo scopo dichiarato di migliorare le comunicazioni che sia il governo americano sia il reparto militare continuano a confermare.
Ma allora le teorie cospirazioniste che riguardano questo programma da cosa sono alimentate?

Esiste una risoluzione del Parlamento Europeo del il 23 settembre 1998 in cui si esprimono preoccupazioni per l’impatto ambientale e militare di HAARP: «malgrado le convenzioni esistenti, la ricerca militare si applica attualmente alla manipolazione dell’ambiente come arma, come è il caso ad esempio del sistema HAARP». Nella medesima relazione la Commissione «reputa che il sistema HAARP (High Frequency Active Auroral Research Project) sia da considerarsi, a causa del notevole impatto sull’ambiente, una questione mondiale ed esige che le sue conseguenze giuridiche, ecologiche ed etiche vengano analizzate da un organismo internazionale indipendente prima di ogni nuova ricerca e di qualsiasi esperimento» e «chiede al gruppo di esperti per la valutazione delle opzioni scientifiche e tecnologiche (STOA) di accettare di esaminare le prove scientifiche e tecniche fornite in base ai risultati esistenti della ricerca sull’HAARP onde valutare la natura esatta e il livello di rischio posto dall’HAARP per l’ambiente locale e globale e la salute pubblica in generale». Questa proposta non è mai stata adottata ma il solo fatto di aver esposto queste motivazioni in un ambito così importante e serio come il Parlamento Europeo, mi lascia riflettere sulla gravità della situazione

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Questo non è stato un caso isolato. L’8 agosto 2002 90 parlamentari della Duma di Mosca firmarono un appello diretto all’ONU in cui chiedevano la messa al bando degli esperimenti elettromagnetici portati avanti dall’HAARP. Il 15 gennaio 2003 un deputato ucraino, Yuri Solomatin, sottoscriveva un articolo nel quale esprimeva forti preoccupazioni per gli esperimenti condotti in Alaska dal Governo degli Stati Uniti, sostenendo che le antenne dell’HAARP potessero essere il prototipo di una «arma geofisica» capace di condizionare i mutamenti climatici. Nello stesso anno anche due famosi giornalisti tedeschi hanno sostenuto pubblicamente la stessa ipotesi. Anche in Italia ci si è domandati sul potenziale di questa installazione: il 2 febbraio 2011 il deputato Domenico Scilipoti in un’interrogazione scritta al governo riferendosi al progetto HAARP. Infine anche negli stessi Stati Uniti il pensiero che il sito di Gakona possa nascondere altri fini turba i sogni di molti americani: è stato pubblicato un libro il cui tema centrale è proprio l’HAARP, Angels Don’t Play This HAARP del 1996, conseguentemente a ciò il parlamento dell’Alaska ha convocato una commissione per indagare sui presunti rischi ambientali dovuti all’impianto.

Inoltre nel 2009 Jesse Ventura, ex governatore del Minnesota ha accusato il governo degli Stati Uniti di utilizzare l’impianto HAARP per manipolare il clima e per bombardare la gente con onde radio per il controllo della mente.
Non sappiamo cosa di vero ci sia dietro queste tante petizioni o interrogazioni, e non sappiamo nemmeno se siano solo frutto di un fanatismo che si sta espandendo a macchia d’olio o se dietro a tutti ciò ci sia un fondo di verità.
Secondo altre teorie cospirazioniste, l’HAARP causerebbe anche terremoti modificando il campo magnetico terrestre. Ma ciò è praticamente impossibile in quanto il campo geomagnetico è generato nel nucleo terrestre, a molte migliaia di km di profondità, dove i segnali di HAARP non possono arrivare. Ad esempio una piccola tempesta geomagnetica, innescata dalle particelle del vento solare, ha un potenziale energetico migliaia di volte più ampio di quello dell’HAARP e questi fenomeni non hanno nessun effetto sui terremoti. Ovviamente tenendo conto che le installazioni dell’HAARP siano davvero strutturalmente equipaggiate come i documenti ufficiali riportano

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Esistono impianti simili a quello dell’HAARP in tutto il mondo: uno in Norvegia, un altro negli Stati Uniti, vicino a Fairbanks (Alaska), uno a Porto Rico, presso l’Arecibo Observatory e infine uno in Russia.
Nel maggio 2013 l’impianto ha cessato ogni attività ed è stato chiuso. La causa della chiusura è la mancanza di fondi per coprire gli alti costi di gestione dell’impianto, pari a circa 300.000 dollari al mese. Inoltre, i generatori diesel che alimentavano il complesso non rispettavano il Clean Air Act (la normativa statunitense del 2011 contro l’inquinamento), e adeguarli sarebbe risultato troppo costoso.

 

Fonte per le immagini: Wikimediaa, Wikipedia.

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