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I Vampiri: Analisi tra cronaca e letteratura

Analisi e del fenomeno Vampiri, tra cultura popolare, storia e letteratura.

Tutti i testimoni giurano di aver visto con i propri occhi, tutte le testimonianze sembrano attendibili ma c’è qualcosa che non torna. Stiamo per affrontare un tema controverso, che a tratti tocca il macabro ma che nello stesso momento affascina: chi o cosa sono realmente i vampiri?

Il Dracula della letteratura nasce nel 1897 quando Bram Stoker pubblicò il più famoso romanzo dell’orrore di sempre; un’opera destinata a portare nelle case di tutto il mondo l’inquietante figura del vampiro più famoso di tutti i tempi. Stoker disse di aver maturato l’idea della figura di Dracula dopo un incubo, ma in realtà studiò a lungo i documenti, i libri e le mappe del British Museum alla ricerca di leggende e tradizioni sui vampiri, poiché era venuto a conoscenza del fatto che il personaggio di cui voleva narrare nella sua opera era realmente esistito, un personaggio crudele vissuto 4 secoli prima in Romania:  il principe Vlad III, voivoda di Valacchia.
Bram Stoker si documentò sulla storia di un uomo crudele che non aveva nessuna pietà nell’imparare tutti i suoi nemici in qualunque angolo del paese, in particolare in quella regione della Romania denominata Transilvania.
Dracula è entrato così profondamente nella cultura che il suo nome è ormai diventato sinonimo di vampiro. Ma cos’è un vampiro? Si tratta di un essere capace di succhiare il sangue dei vivi e ritroviamo questa figura in tutte le culture, fin dai tempi più remoti. Sarebbero addirittura state catalogate ben 55 specie e di queste moltissime sarebbero originarie dei paesi dell’est Europa come la Romania, la Bulgaria, l’Ungheria e la Jugoslavia.

Anche se di vampiri si è parlato un po’ in tutto il mondo, la leggenda vuole che il primo vampiro sia nato in Mesopotamia: Lilith era un demone femminile che, secondo alcune tradizioni ebraiche, fu affiancato ad Adamo nell’Eden prima della creazione di Eva.
Al British Museum è conservata una tavoletta babilonese con una formula magica per proteggersi durante la notte dai demoni succhiatori di sangue.
In Cina invece, il primo vampiro si chiamava Jiangshi, aveva lunghi capelli verdi, occhi rossi e lunghi artigli; uccideva con il suo alito per poi dilaniare i corpi delle sue vittime ma solo nelle notti senza luna. Per ucciderlo era necessario trafiggerlo al cuore con una lama di ferro.

Secondo le diverse leggende, quindi, i vampiri erano o uomini o spettri o animali in grado di sopravvivere alla morte succhiando il sangue degli uomini. Secondo la tradizione più diffusa diventerebbe un vampiro chi ha fatto un patto con il diavolo, chi ha praticato stregoneria, chi è morto di morte violenta o da suicida, chi è nato in certi periodi dell’anno particolari sotto particolari influssi astrali o chi è stato morso da un altro vampiro.

Il criminologo italiano Cesare Lombroso racconta nelle sue opere di due vampiri italiani del 19º secolo, Agnolotti e Verzeni, che dopo aver strangolato loro vittime, ne succhiavano il sangue ancora caldo.
In particolare Lombroso trattò lungamente la storia del Verzeni. Siamo nel 1870 a Bottanuco, un paesino vicino a Bergamo; Vincenzo Verzeni è un giovane contadino nato e cresciuto nella cultura rurale dell’epoca, che passa le sue giornate a lavorare duramente nei campi. Lui e i suoi familiari sono considerati persone serie e rispettabili, profondamente cristiani.  Probabilmente la vita solitaria nei campi lo porta ad essere troppo chiuso in sé stesso, difatti ha poche relazioni sociali e tutte all’interno della famiglia.

La sua vera natura comincia ad uscire fuori intorno ai 20 anni, quando comincia ad aggredire alcune donne del paese. I suoi crimini raggiungono un grado tale di efferatezza che gli varranno il soprannome di “il vampiro della bergamasca”.  In alcuni casi si limitò ad aggredire le donne in altri casi la cosa degenerò: nello specifico, si accanì violentemente contro i cadaveri intervenendo chirurgicamente con armi da taglio. Dopodiché compì un’azione che lo portò ad essere considerato dai concittadini e dagli abitanti dei paesi vicini come un vero vampiro: si avvicinò alle ferite e iniziò a succhiare il sangue di queste donne.
La cosa che più sorprende è che il fenomeno del vampirismo è ancora presente anche ai giorni nostri. I più scettici sostengono che i vampiri non siano altro che malati di porfiria o di catalessi, ma le cose non possono ridursi solo a questo; infatti negli Stati Uniti è stato addirittura aperto un centro per lo studio sui vampiri. Negli ultimi anni si sono verificati circa 50 casi di omicidi con dissanguamento simile al morso di un vampiro in Canada, 550 casi negli Stati Uniti e 310 nel resto del mondo.

 

Fonte per le foto: Pixabay

 

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