L’enigma dietro le Number Stations
Numeri che arrivano via etere, strani messaggi che non abbiamo mai decifrato, cosa si cela dietro l’enigma delle number station?
Un curioso ronzio trasmesso per anni alla radio, interrotto ogni pochi mesi o ogni molti anni, da una voce che comunica un messaggio in codice: sono le Number Station, stazioni radio in bassa frequenza, trasmesse in onde corte, di origine sconosciuta. Le trasmissioni contengono una voce che legge sequenze di numeri, parole o lettere (usando talvolta un alfabeto fonetico) ma la cosa particolare di queste stazioni radio è che non si sa chi trasmette e non si conosce il destinatario.
Il loro compito è unicamente di trasmettere codici numerici seriali e non solo, infatti si contano almeno 3 tipi di number station: le stazioni in fonia dove i numeri vengono pronunciati da una voce sintetica o registrata, quelle che trasmettono in codice Morse e quelle che apparentemente trasmettono solo dei rumori apparentemente casuali, che non sono altro che alfabeti fonetici (chiamate più spesso Noise stations).
Un messaggio “tipo” ha una durata media di 45 minuti ed è in genere composto da blocchi di numeri che vengono letti con un intervallo regolare di pochi secondi tra l’uno e l’altro, l’inizio di ogni trasmissione è sempre dichiarato con una o più parole, come per esempio: “Atenciòn!”.
Le trasmissioni iniziano sempre ad orari ben precisi tipo le 22.00, e in genere sempre a notte fonda, questo secondo molti starebbe ad indicare il fatto che questi messaggi siano indirizzati a qualcuno che ha una sorta di appuntamento.
Il formato dei messaggi trasmessi dalle numbers station varia da stazione a stazione, e questo ha permesso agli appassionati di classificarle e di attribuire loro dei nomi.
Le numbers station più diffuse comunicano in inglese, spagnolo, tedesco e russo, ma anche francese e lingue orientali come il cinese ed il coreano.
Sembra che le prime trasmissioni di questo genere risalgano alla prima guerra mondiale, e addirittura qualcuno afferma, ma fin adesso non ci sono conferme, che Guglielmo Marconi, durante i suoi primi esperimenti che portarono all’invenzione della radio, riuscì ad ascoltare proprio delle sequenze di numeri o comunque di segnali riconducibili ad una sequenza numerica e, non conoscendone l’origine, pensò che si trattasse di comunicazioni aliene. Qualcosa di simile accadde anche a Nikola Tesla.
A causa del metodo di trasmissione ad onde corte, è molto difficile capire da dove provenga il segnale delle stazioni, tuttavia grazie ad errori di trasmissione o alla propagazione delle onde radio è stato possibile avere alcuni indizi, per esempio, grazie forse ad un errore di trasmissione negli anni 90, si riuscì a capire che la stazione ribattezzata “Atencion” si trovasse a Cuba, dato che per un breve lasso di tempo la stazione “Radio Habana Cuba” venne trasmessa nelle frequenze di questa numbers station.
Altre numbers stations che negli anni hanno incuriosito i radioamatori sono quella denominata “The Buzzer”, attiva dal 1982, che non ha mai interrotto la trasmissione se non in tre occasioni e per brevi periodi, le cui comunicazioni vere e proprie però avvengono assai di rado: l’ultima comunicazione risale al 2010, preceduta da quella avvenuta nel 2006, per un totale di 7 comunicazioni o poco più nel giro di 20 anni. Per il resto del tempo la stazione non viene spenta, ma continua a trasmettere un rumore elettronico fastidioso, che è all’origine del nome della stazione (“The Buzzer”). La peculiarità di questa numbers station è che i messaggi vengono trasmessi dalla voce di una persona in carne ed ossa tramite microfono. Sembra che durante i lunghi periodi di attività silente, il microfono resti sempre acceso, tanto che è capitato di sentire rumori e conversazioni in sottofondo. I messaggi sono composti da una serie di nomi propri di persona e numeri apparentemente casuali, pronunciati in lingua russa. Un altro esempio è la stazione soprannominata “Backward Music Station”, a causa del rumore che trasmette, simile ad un disco suonato al contrario. Il segnale apparente è quello di un rumore casuale, ma in realtà questo cela un secondo segnale visibile tramite uno spettrografo, simile ad un codice morse crittografato.
A questo punto una domanda sorge spontanea: ma perché con le sofisticate tecnologie disponibili si usa ancora questo metodo così antico? La risposta è semplice: innanzitutto trasmettere onde radio non è complicato, infatti non si necessita di grandi infrastrutture, con poche migliaia di euro è possibile realizzare e rendere operativa una stazione che all’occorrenza può essere rapidamente spostata in altro luogo e come secondo vantaggio ha quello di rendere praticamente impossibile intercettare e seguire il segnale trasmesso da queste onde corte per capire da dove è stato trasmesso e dove sia diretto.
L’ipotesi più accreditata sullo scopo di queste Numbers Station è quella di essere dei canali di trasmissione criptati usati da spie per trasmettere informazioni in codice. Secondo questa teoria, i messaggi sarebbero cifrati con un cifrario di Vernam (il sistema crittografico perfettamente sicuro per eccellenza) per evitare ogni rischio di decifrazione da parte del nemico. A supporto di chi sostiene che le Numbers stations sarebbero usate da spie internazionali, c’è il fatto che le stazioni avrebbero cambiato le modalità delle loro trasmissioni o effettuato operazioni fuori programma in concomitanza con grandi eventi politici, ma ad oggi, nessun ente governativo ha mai ammesso di aver fatto uso di Numbers stations. Tutti i governi sospettati di essere implicati con le numbers station, infatti, hanno sempre smentito di aver fatto uso di questi metodi di trasmissione. In effetti se fossero effettivamente trasmissioni governative un dubbio verrebbe naturale: perché svariati governi di tutto il mondo avrebbero fatto uso tutti dello stesso metodo di trasmissione segreto? Probabilmente la risposta a questa domanda è data dal fatto che nonostante il metodo sia lo stesso, le varie chiavi di lettura di questi codici crittografati sono impossibili da reperire e quindi ad oggi questo resta il metodo più sicuro per trasmettere messaggi segreti, anche se conosciuto da tutte le spie e i governi dei vari paesi.
Dobbiamo annoverare anche le ipotesi più estreme: da chi sostiene che le stazioni sarebbero utilizzate non da governi, ma bensì da organizzazioni internazionali segrete, delle quali non si conoscerebbero gli effettivi scopi, per arrivare al radio faro per la navigazione degli UFO o al segnale in grado di controllare e riprogrammare la nostra mente.
Di ipotesi ce ne sono molte, ma chi cerca la verità su queste stazioni radio brancola ancora nel buio, e questo contribuisce ad accrescere il loro fascino e il loro ascendente su chi è sempre alla ricerca di misteri irrisolti come noi.
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