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Quale segreto nasconde il misterioso aeroporto di Denver?!

Girando sul web ho notato che sono in molti a credere che in caso di collasso economico o di apocalisse nucleare, soltanto una piccola parte della popolazione mondiale riuscirà a salvarsi, probabilmente rifugiandosi in enormi bunker sotterranei costruiti ad hoc per fronteggiare queste probabili emergenze.
C’è accordo sul web che il più grande bunker sotterraneo del mondo si trovi sotto l’aeroporto di Denver, in Colorado. Con i suoi 140 chilometri quadrati di aerea aeroportuale, risulta essere il più vasto degli Stati Uniti e in terzo in tutto il mondo; costruito nel 1995, è costato 4 miliardi di dollari. L’opera fu fortemente voluta nonostante la città di Denver risultasse già dotata di un altro aeroporto perfettamente funzionante, per di più provvisto di un numero maggiore di piste di atterraggio.
Si pensa che questo immenso aeroporto sia stato finanziato dal Nuovo Ordine Mondiale (una sorta di gruppo segreto di personalità estremamente potenti ed influenti che avrebbero come scopo quello di costituire un nuovo governo mondiale) per coprire la fitta rete di gallerie che stanno esattamente sotto il sito e per creare una rapida entrata/uscita dal fantomatico bunker. Come sempre, di fronte a queste notizie di dubbia veridicità, il mio buon senso viene messo in crisi, ma questa volta i fanatici del complotto hanno trovato pane per i loro denti e vi spiego perché! La zona che è stata scelta per la costruzione, la sua reale necessità, la forma architettonica e la ricorrenza di simboli massonici all’interno ci porta a dubitare fortemente della limpidezza di scopi e intenti di chi ha voluto e costruito questo aeroporto.
Infatti il sito, a forma di croce uncinata (più comunemente conosciuta come svastica), sorge in una zona completamente isolata (ci vogliono 40 minuti buoni per giungere a Denver) e molto ventosa, il che porta spesso alla cancellazione dei voli. Inoltre, nonostante sia uno dei più frequentati degli Stati Uniti, presenta delle zone totalmente inutilizzate e deserte, che chi ha avuto la possibilità di imbattercisi definisce inquietanti; oltre al fatto che in alcune parti periferiche tutta la struttura risulta essere allargata, cioè ogni oggetto o costruzione è effettivamente extralarge, a cominciare dai vespasiani nelle toilette, più adatti a dei giganti che a degli uomini.
La loro utilità? Sconosciuta.
Per quel che riguarda il simbolismo di alcuni elementi, c’è parecchio di cui parlare.
Iniziamo dall’esterno: cosa pensereste se prima di un viaggio, ad accogliervi all’arrivo in aeroporto, ci fosse una gigantesca statua alta 11 metri di metallo blu che riprende la figura di un cavallo? La scultura, definita lugubre e inquietante, è stata chiamata dall’autore, lo scultore Luis Jimenez (che rimase ucciso dalla testa della sua stessa scultura, cadutagli addosso mentre la stava realizzando), “Blue Mustang”, anche se per tutti è “Bluecifer” (evidente l’assonanza con Lucifero), che ci appare con muscoli gonfi, vene in rilievo e demoniaci occhi rossi che si illuminano di notte. I teorici della cospirazione non hanno perso tempo nel collegarlo al cavallo descritto nel libro dell’Apocalisse.
All’ingresso principale una pietra di marmo commemorativa reca il simbolo massonico della squadra e del compasso, dedicata alla “New world airoport commission”, una società che in realtà non esiste e a due Grandi Logge massoniche del Colorado. Al di sotto è stata sepolta una capsula del tempo che sarà dissotterrata nel 2094. Cosa contiene? A che pro? Fin qui sembra l’incipit di un film di fantascienza, ma non lo è.
Poco distante dalla pietra angolare vi è una scultura enigmatica di un Gargoyle che esce da una valigia e simboli sul pavimento molto strani, tra cui il simbolo “AuAg”, che alcuni dicono essere l’espressione chimica di un agente biologico che sarà utilizzato per contribuire a ridurre la popolazione mondiale. Supposizioni, forse un po’ azzardate.
A lasciare perplessi i passeggeri sono anche gli oscuri murales che decorano l’aeroporto: realizzati dall’artista Leo Tanguma, hanno per titolo “The Children of the World Dream of Peace” e dovrebbero rappresentare pace, armonia e natura, in realtà le immagini raffigurate sembrano simboleggiare tutt’altro e trasmettono un profondo senso di inquietudine in chi le osserva. Ci sono riferimenti religiosi, sociali e politici specifici e altri dettagli nascosti che sembrano prospettare una vicina apocalisse.
È possibile trovare sul sito ufficiale dell’aeroporto i nomi e le foto di ogni opera. Vediamo insieme qualche simbolo: nel primo “In pace ed armonia con la natura” sembra di stare di fronte a un rituale; troviamo al centro sei bambini in lacrime per l’estinzione di alcune specie animali e vegetali, rappresentate da balene e tartarughe morenti, da un leopardo e dalla testa di un bufalo, mentre altri sono conservati in teche di vetro. Sullo sfondo si nota una foresta in fiamme e ancora più indietro si vede una città avvolta da una foschia verde, simbolo dell’inquinamento. Il murale poi mostra tre persone di diverse etnie in altrettante bare: una donna africana, una nativa americana e una europea. La bambina europea porta cucita sul vestito una stella di David, e tiene tra le mani una Bibbia cristiana. Rappresenta la tradizione giudeo cristiana occidentale, così come le altre due donne raffigurano rispettivamente la tradizione africana e quella americana pre-coloniale. Alle spalle delle bare una bambina regge una tavoletta in cui è raffigurato il tramonto del quinto sole: secondo gli insegnamenti dei Maya, il momento in cui avverrà il passaggio di era, evento che i Maya avevano previsto per il 2012. Tutto sembra rinnegare il titolo dell’opera e suggerire un’imminente catastrofe naturale.
La seconda opera è, se possibile, ancora più terrificante della prima: domina la scena un soldato con una sorta di maschera a gas, che uccide una colomba bianca tra scenari di devastazione; sulla sinistra una donna che tiene tra le braccia un figlio morto e dei bambini che riposano su delle macerie.
In successione possiamo trovare il terzo murale in cui dei bambini in festa rappresentanti tutti i popoli del mondo portano le armi al centro della scena e un bimbo europeo (tedesco probabilmente) le distrugge con uno strano pugno di ferro e un martello. Il soldato della scena precedente giace ora senza vita sovrastato dal gruppo dei bambini. Infine nell’ultima scena i bambini accorrono circondati da numerosi animali al cospetto di un guru-santone, che celebra un rito sacro a simboleggiare la nuova era che ha inizio. Le intenzioni dei committenti di questi murales erano quelle di rappresentare la distruzione portata dalle guerre e dall’inquinamento e la speranza di un mondo migliore che si rispecchia nella innocenza dei bambini, nel disarmo e in una nuova spiritualità, ma è possibile leggere nelle raffigurazioni anche altro: un mondo devastato che necessita di un nuovo governo centrale dal pugno di ferro che agisca sul sovrappopolamento globale ad ogni costo, per ridare pace e speranza a chi è destinato a sopravvivere.
Questi sono solo alcuni dei simboli di cui l’aeroporto è costellato; il loro significato è così ben celato da spingere alcuni a definire la struttura una “Cattedrale degli Illuminati”, piena di metafore occulte e riferimenti alle società segrete.
Concludo con alcune piccole curiosità che vogliono farvi riflettere sulla reale funzione di questa struttura. Al momento della costruzione sono stati asportati più di 110 milioni di metri cubi di terra (circa un terzo della quantità che fu rimossa per la creazione del Canale di Panama), molto più di quanto sarebbe stato necessario secondo gli esperti: ci sono soltanto i tunnel per le linee ferroviarie sotto il pavimento del Denver International Airport?
La recinsione col filo spinato è rivolta verso l’interno come per impedire una fuga dall’interno piuttosto che un’incursione esterna. L’aeroporto dispone di una rete in fibra ottica per le comunicazioni lunga 8500 chilometri di cavi (6 volte la distanza che c’è tra Roma e Parigi); tutto decisamente sproporzionato. Sono custoditi al suo interno 6 serbatoi di carburante con una capacità ciascuno di circa 10 milioni di litri (un aereo di linea, su una rotta di circa 6 mila km, per esempio Milano-New York, consuma circa 63 mila litri).
L’insieme di questi dati fa pensare che questa gigantesca struttura potrebbe essere molto di più di un normale aeroporto commerciale; sembrerebbe una sorta di “cittadella” capace di gestire un grandissimo numero di persone e veicoli, portando, come abbiamo già detto, alcuni a pensare che possa essere utilizzata come rifugio in caso di cataclisma di proporzioni globali sia naturale che provocato.
In definitiva, possiamo sostenere che l’aeroporto di Denver pare nascondere al suo interno ben più di quello che mostra in superficie.

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